INDIRIZZO: Strada Masone 121
DISTANZA: 21 Km
DURATA: 4 ore
TIPOLOGIA: Arte e cultura
Il Labirinto della Masone è un parco culturale costruito nei pressi di Fontanellato, in provincia di Parma. Si estende per sette ettari e comprende un labirinto costituito da bambù di specie diverse (il più grande al mondo di questo genere) e spazi che ospitano la collezione d'arte di Franco Maria Ricci e la sua casa editrice, mostre temporanee, conferenze e presentazioni, concerti, un ristorante, una caffetteria e una gastronomia.
La collezione d’arte, disposta su cinquemila metri quadrati, è stata raccolta da Franco Maria Ricci in circa cinquant’anni di attività, ne rispecchia il gusto personale ed è continuamente in espansione.
Le opere, tra dipinti, sculture e oggetti d’arte, sono circa cinquecento. Parte dal XVI secolo, in particolare sono presenti opere di artisti manieristi, tra cui spiccano Girolamo Mazzola Bedoli, Luca Cambiaso e Ludovico Carracci. Il Seicento è ampiamente rappresentato sia in pittura che in scultura, con opere di Valentin de Boulogne, Philippe de Champaigne, Gian Lorenzo Bernini, Giambattista Foggini, Lorenzo Merlin. Ampio spazio è dedicato al XVIII e il XIX secolo, con tele di Francesco Hayez, Giovanni Carnovali, pastelli di Rosalba Carriera e Jean-Étienne Liotard, acquerelli di Giuseppe Pietro Bagetti, sculture in marmo di epoca neoclassica raffiguranti principalmente personaggi legati a Napoleone (e Napoleone stesso), ad opera di Antonio Canova, Lorenzo Bartolini, François Joseph Bosio e terrecotte di ambito francese. Una particolare attenzione è rivolta agli artisti originari del parmense o che vi hanno operato, dando un importante contributo artistico, tra cui Pietro Melchiorre Ferrari, Giuseppe Baldrighi e Jean Baptiste Boudard. Altro tema portante della collezione è quello delle Vanitas, nel quale spiccano le opere di Jacopo Ligozzi e Maurizio Bottoni. Per quanto riguarda il Novecento, sono da notare le sculture di Adolfo Wildt e di Demetre Chiparus, i dipinti di Antonio Ligabue e Alberto Savinio e le tempere di Erté. Infine sono presenti anche numerosi oggetti d’arte, tra cui un modello ligneo del Duomo di Milano e uno del duomo di Ulm, due denti di narvalo, e un altarolo in pietre dure ed ebano.
Nella collezione figurano le tavole originali del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini, che fu pubblicato nella sua edizione originale in due volumi da Franco Maria Ricci editore.
L’allestimento non segue un ordine cronologico ma procede per temi e associazioni e sottolinea i parallelismi esistenti tra le scelte di editore e quelle di collezionista.